Autismo
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Che cos’è l’autismo ? 

L’autismo è un disordine dello sviluppo che diventa evidente generalmente durante i primi tre anni di vita. Esso si presenta approssimativamente in 15 nascite su 10.000 e quattro volte di più nei maschi che nelle femmine.

Esso è inoltre un disordine dell’integrazione sensoriale e della comunicazione. Il metodo Tomatis può produrre cambiamenti positivi e duraturi in queste due aree. 

Tomatis e autismo

Il metodo Tomatis non è una cura per l’autismo. La terapia d’ascolto con il metodo Tomatis può però migliorare enormemente la vita di molte persone autistiche, attenuandone i sintomi. Essa è spesso usata in congiunzione ad altre terapie. 

Attraverso la stimolazione del sistema uditivo e tramite questo del sistema nervoso, il metodo Tomatis riesce a ridurre i sintomi autistici a vari gradi.  Ogni persona autistica è diversa e può rispondere al programma in maniera differente. In alcuni casi si riescono a vedere I risultati durante le prime settimane, mentre in altri c’è bisogno di più tempo. I progressi inoltre non seguono una linea retta. La tendenza generale è però positiva, soprattutto se si osserva lungo un periodo di alcuni mesi. In molti casi abbiamo visto miglioramenti nelle seguenti aree:

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Diminuizione dell’ipersensibilità ai suoni

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Maggiore capacità di gestire i rumori. Una madre ha detto: "Adesso può sentire lo scarico dell’acqua o il frullatore senza innervosirsi".

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Maggiore contatto con ciò che accade loro intorno, in quanto si sentono meno minacciati dai suoni che li circondano.

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Di conseguenza, possono avere meno malumore e mostrare meno comportamenti ripetitivi. 

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Possono iniziare a prestare più attenzione. Spesso I genitori dicono che ì figli sono come meglio sintonizzati con l’ambiente, più attenti.

 

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Riduzione della difesa tattile
 
bulletRiducendosi la difesa tattile, migliora il desiderio di andare verso l’altro e di interagire con esso. Ciò naturalmente migliora la socialità.
bulletLa persona diventa più affettuosa. Un bambino può venire a sedersi in grembo per essere preso in braccio e coccolato.

 

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Miglioramento delle abilità linguistiche
 
bulletNei bambini autistici che non parlano, il linguaggio recettivo tende a migliorare. Tendono a provare dei vocalizzi e iniziano a produrre delle sillabe,sperimentando così le loro capacità vocali.
bulletNei bambini autistici con abilità linguistiche più sviluppate, è il linguaggio espressivo che può migliorare. Possono cominciare ad usare frasi più lunghe e trovare parole più appropriate per descrivere gli oggetti e le situazioni. Possono usare i pronomi personali “io” e “tu” invece di riferirsi a se stessi usando la terza persona. Una migliore padronanza del linguaggio porta ad un aumento del desiderio di comunicare.

 

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Il cibo viene meglio apprezzato. Meno selettivi con ciò che vogliono mangiare
 
bulletI bambini molto selettivi nel mangiare iniziano ad accettare una maggiore varietà di cibi, inclusi quelli con diverse sfumature di gusto.

 

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Migliore immagine di se
 
bulletUna volta che inizia a entrare in contatto con la propria voce, il bambino migliora la propria autoimmagine. Egli sa di avere una voce!

 

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  Miglioramento delle abilità sociali
 
bulletPossono iniziare a guardare per avere un contatto con l’altro e rispondere in maniera più appropriata.
bulletPossono iniziare a seguire meglio le istruzioni.
bulletPossono iniziare ad avere dei contatti.

 

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 Diminuizione del comportamento aggressivo
 
bulletSi osserva in generale una diminuizione dell’aggressività verso gli altri e verso se stessi.
bulletUna diminuzione del comportamento ripetitivo.

 

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 Miglior contatto oculare

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I bambini guardano più facilmente negli occhi e capiscono più rapidamente quello che viene loro detto. "Adesso guarda le persone in viso", dicono i genitori.

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Viene prestata maggiore attenzione a ciò che viene visto. Una madre ha detto: “Adesso, quando siamo in auto, guarda fuori dal finestrino, cosa che prima non faceva."

 

Quando una persona autistica è ipersensibile ai suoni, si cerca di trattare prima questo aspetto. Una volta rimosso o diminuito questo problema, si inizia ad aiutarla ad ascoltare meglio. Questo apre anche la strada all’integrazione sensoriale. Questi due elementi, il miglioramento dell’abilità d’ascolto e una migliore integrazione sensoriale, sono i blocchi di partenza per aiutarla a sviluppare le capacità comunicative.

Ridurre l’ipersensibilità ai suoni

Le persone autistiche soffrono spesso di dolore a causa delle loro ipersensibilità multiple. Molte di esse sono ipersensibili ai suoni. L’intensità del dolore puo’ essere a volte insopportabile.Alcuni indicatori di questa ipersensibilità sono:

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 Coprirsi le orecchie con le mani

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Per proteggersi dai suoni in entrata

 

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 Scoppi di collera

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Dovuto alla frustrazione di dover combattere costantemente con i suoni

 

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 Ripetizione delle stesse parole, frasi o affermazioni

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Probabilmente un modo per calmarsi e stabilizzarsi di fronte ad una massa di suoni percepiti come intensi e confusi

Ma come mai questi soggetti sono così ipersensibili ai suoni? La ragione risiede nel modo come si ascolta. Tutti noi ascoltiamo con i nostri orecchi e i nostri corpi. La pelle e le ossa sono dei conduttori acustici eccellenti. Tutto il nostro corpo risponde ai suoni. A differenza della maggior parte delle persone, i bambini autistici (e adulti) ascolta in maniera predominante con il corpo. I suoni, raccolti dal corpo vanno direttamente al cervello, senza essere filtrati. Ciò significa che tutto il suono di fondo, irrilevante per la comunicazione, non viene attenuato.  In questo modo succede che molti soggetti autistici sono come aggrediti dai suoni. Quando la persona ascolta prevalentemente con l’orecchio, più che con il corpo, i suoni sono come filtrati per ridurne l’intensità. Inoltre essa  è capace di escludere i suoni del sottofondo, per potersi meglio concentrare su ciò che interessa al momento. Molti soggetti autistici non hanno la capacità di escludere i suoni di fondo e di focalizzare l’ascolto su ciò che loro interessa realmente.

Così, quando lavoriamo con persone con sindrome autistica, ipersensibili ai suoni, la prima cosa che cerchiamo di fare è di rendere la conduzione ossea meno sensibile rispetto alla percezione timpanica, facendo di questa la percezione principale. In questo modo i suoni possono essere elaborati in maniera corretta. Lo si fa inviando la musica, filtrata da cancelli elettronici, attraverso una cuffia speciale munita di vibratore. Tramite il vibratore la persona ascolta con il proprio corpo, mentre sta ascoltando con l’orecchio tramite gli auricolari. La musica arriva prima sul vibratore e dopo un certo numero di millisecondi agli auricolari. In questo modo, il soggetto è stimolato ad ascoltare principalmente attraverso l’orecchio.   Over time, our clients will adjust to listening primarily with their ears. La riduzione dell’ipersensibilità della via ossea attenua l’ipersensibilità ai suoni.  Può sembrare paradossale usare i suoni per ridurre l’ipersensibilità ai suoni, ma questo risulta essere un modo efficace e non intrusivo per alleviare uno dei problemi che si presentano con l’autismo.

Poiché tutti i nostri sensi sono correlati tra loro, succede spesso che riducendo l’ipersensibilità ai suoni, si attenuino altre ipersensibilità come quella mostrata dalla difesa tattile e l’avversione verso cibi con diverse sfumature di sapori.  

Migliorare la comunicazione

Tomatis ha scoperto che possiamo riprodurre un suono solo se riusciamo a percepirlo  chiaramente (effetto Tomatis, Académie des Sciences, 1957 e Académie Nationale de Medicine 1957 e 1960). L’autoascolto perciò è alla base del parlare. E’ quindi l’orecchio che controlla il linguaggio e monitorizza tutti i suoi parametri come intensità, fluidità, articolazione, etc... L’autoascolto è in questo modo la base della comunicazione con gli altri.  

Quando noi parliamo, inconsciamente monitoriamo il nostro discorso attraverso l’autoascolto. Ciò vuol dire che noi abbiamo la capacità di focalizzare i suoni provenienti dall’esterno (mamma che mi parla) e/o sui suoni provenienti dall’interno (la mia voce quando parlo). Come abbiamo visto precedentemente, molti bambini autistici escludono ciò che arriva dall’esterno, per proteggersi dal bombardamento di stimoli che percepiscono come aggressivi. Nello stesso tempo escludono ciò che arriva dall’interno, probabilmente per gli stessi motivi. Essi sembrano non in connessione sia con il mondo esterno che con il mondo interno, cioè con loro stessi.  La comunicazione in questo modo diventa molto difficile.

Il metodo Tomatis cerca di aiutare i bambini autistici a sviluppare l’autoascolto per migliorarne la comunicazione. In questo contesto, l’esercizio vocale è  importante nel cercare di raggiungere questo obiettivo. Ad un certo punto del percorso audio vocale e con variazioni da caso a caso, ai  bambini è chiesto di parlare in un microfono. Attraverso un circuito di ritorno, essi percepiscono immediatamente la loro voce sull’orecchio destro, che è l’orecchio che permette una più veloce elaborazione del linguaggio. Il ritorno della voce avviene sia sull’orecchio che sul corpo attraverso un vibratore attaccato alla cuffia. In certi casi e secondo i programmi i programmi di ascolto, viene lasciato un microfono acceso collegato tramite l’orecchio elettronico alla cuffia del bambino, in modo da catturare e restituirgli ogni vocalizzo che egli possa produrre.

Gli esercizi vocali o comunque il ritorno in cuffia della loro voce sono spesso difficili per il bambino autistico, soprattutto all’inizio. Spesso sono incuriositi o impauriti dalla loro stessa voce e diventano silenziosi. Dolcemente e progressivamente si sentiranno stimolati a superare la loro ansia.  La loro reazione è facilmente comprensibile: primo, è una cosa nuova e tutto ciò che è nuovo fa paura; secondo, è la prima volta che ascoltano la loro voce. Fino a quel momento, probabilmente, non hanno connesso se stessi con la loro voce, cosa che richiede il senso del sé e la percezione del proprio corpo, aspetti che non sono ancora ben definiti in molti bambini autistici.

La vibrazione ossea è cruciale per lo sviluppo di una migliore coscienza corporea, base per lo sviluppo del sé. Abbiamo spesso osservato bambini autistici che provano a  mettere in bocca il microfono durante gli esercizi vocali. Ciò procura loro un’intensa vibrazione che si propaga in tutto il corpo. Ciò dà loro l’opportunità di “sentire” il loro corpo. Alcuni amano fortemente questa esperienza, anche se un adulto normale non sopporta l’intensità della vibrazione ossea generata. Ciò è normale in se in quanto ogni volta che  parliamo noi creiamo vibrazioni attraverso il nostro corpo, ma per la maggior parte del tempo non ne siamo consapevoli e non ne siamo disturbati. Nel suo libro sul canto “L’Orecchio e la Voce”, pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi, Tomatis spiega in dettaglio come i cantanti lirici riescano a controllare il loro corpo fino alle più piccole sensazioni propriocettive al fine di produrre suoni di una qualità eccellente. Il cantante, fa notare Tomatis, deve imparare a suonare il proprio corpo come se fosse uno strumento. Nello stesso modo, l’autistico deve imparare ad usare il proprio corpo per iniziarsi al linguaggio.  La rieducazione audiovocale con il metodo Tomatis può aiutare il soggetto autistico a “sentire” il proprio corpo, a costruire la propria abilità a produrre suoni e ciò può portare verso il linguaggio.  Gli esercizi vocali aiutano il bambino a “sentire” meglio il loro corpo, a costruire la loro capacità a produrre suoni, e questo può portare progressivamente al linguaggio.  Dando la possibilità di produrre suoni in maniera controllata, si apre la strada per sviluppare il senso di sé. Come sappiamo, trovare la propria voce è trovare se stessi.

» migliorata articolazione delle parole

» linguaggio più espressivo

» migliorata recezione del linguaggio

» abilità d’ascolto più affinate

» miglior controllo della voce

» senso del proprio autosviluppo

» migliorata coscienza corporea

E’ chiaro che la riduzione dell’ipersensitività e la regolazione dell’integrazione sensoriale sono tappe chiave nell’aiutare il bambino autistico a riconnettersi alla sua famiglia e al suo ambiente, inducendolo a uscire progressivamente dal suo guscio protettivo.

 

 

 

 

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