Dislessia
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Dislessia: Che cos’è?

Controllando sul dizionario italiano la parola dislessia, troveremo che deriva dal greco “dys”, che significa mancante o inadeguato e “lexis” che significa parola o linguaggio.  Forse conosciamo qualcuno con la dislessia. In questo caso, probabilmente abbiamo notato che uno dei suoi problemi è l’inversione delle lettere e dei numeri. Questo problema può apparire nell’ascolto, nella scrittura, nella lettura e nello spelling. In altre parole, le persone dislessiche hanno difficoltà nell’elaborazione del linguaggio, ma ciò non significa che non siano intelligenti.

La dislessia non è qualcosa di correlato con un basso livello intellettivo. Il dislessico è una persona con un’organizzazione mentale particolare, spesso molto dotata e produttiva, ma che impara in maniera diversa dalle altre persone. Infatti, molte menti brillanti del nostro tempo e dei secoli passati erano persone dislessiche: Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Alexander Graham Bell, Thomas Edison, Winston Churchill, Benjamin Franklin, John F. Kennedy, Mozart and John Lennon per nominarne alcuni. Vi sono dislessici in molti ambiti lavorativi e in carriere di alto livello come: Walt Disney, Tom Cruise, Cher, Pablo Picasso, Napoleone Bonaparte. La maggior parte delle persone dislessiche ha spesso un ottimo senso delle relazioni spaziali o un miglior uso dell’emisfero cerebrale destro.

 

Analisi dei Suoni

 

Il modo come la dislessia tocca ogni persona varia in maniera molto significativa. Essa si manifesta spesso in maniera diversa da individuo a individuo. In ogni caso, il fattore che sembra essere comune a tutti i dislessici è il fatto che la loro capacità di lettura è ad un livello significativamente più basso di altre persone della loro età e di uguale livello intellettivo.

La lettura, sia essa silenziosa o ad alta voce, è correlata con l’analisi ed elaborazione del suono. Il suono è una miscela complessa di frequenze con intensità variabili. L’analisi accurata e veloce di esse è un lavoro veramente complesso e difficile. Anche il computer più sofisticato ha difficoltà ad analizzare il suono in maniera completa e profonda. Ecco perché molti sistemi di ricognizione della voce sono ancora imperfetti.

Noi analizziamo il suono a livello dell’orecchio interno, precisamente nella coclea. Se la coclea non ha la possibilità di analizzare I suoni in maniera accurata, può apparire la dislessia.

Ogni suono è composto da una frequenza di base e da alcune frequenze più alte chiamate armonici. Quando alcuni suoni hanno quasi la stessa frequenza e differiscono tra loro soltanto attraverso gli armonici, una persona dislessica può non differenziarli. Per esempio, “B” e “P” hanno la stessa frequenza di base. Allo stesso modo “T” e “D”.  Quando qualcuno dice loro “Bob”, non sono sicuri di cosa è stato loro detto. Potrebbe essere “Bob” o “Bop” o “Pop”. Nel frattempo che essi avranno capito cosa era stato detto, l’interlocutore sarà già passato alla frase successiva o forse anche oltre. Di conseguenza le persone dislessiche tendono ad elaborare il linguaggio più lentamente.

Esse presentano un problema nell’elaborazione dei suoni percepiti.

Per aiutare questo problema viene allenato l’orecchio a meglio ascoltare e quindi ad elaborare meglio queste differenze.

Ciò viene fatto facendo ascoltare della musica alternandola su bande di frequenza differenti. Questo comporta che il soggetto diviene progressivamente capace a distinguere  più facilmente tra di loro gli armonici elevati. Non starà più lì a cercare di indovinare se qualcuno ha detto Bob o Pop, papà o babà! 

Una volta che il suono viene percepito più chiaramente, inizierà a migliorare anche lo spelling.

 

Coordinazione orecchio/occhio

 

La lettura è un atto complesso che richiede all’orecchio e all’occhio di lavorare insieme in sincronia. Appena l’occhio vede una lettera, l’orecchio identifica il suono corrispondente e questo anche durante la lettura silenziosa. La parte vestibolare dell’orecchio interno guida l’occhio da una lettera all’altra mentre la parte cocleare traduce ogni lettera in un suono.  Idealmente, le due operazioni dovrebbero avvenire quasi simultaneamente. I problemi sorgono quando il tempo tra le due operazioni inizia ad allungarsi. Succede quindi che se il vestibolo e la coclea non sono in sincronia, non lo sono nemmeno l’occhio e l’orecchio.

A complicare le cose c’è il fatto che ogni suono impiega un certo tempo specifico ad esser emesso e ad essere percepito. L’orecchio quindi deve aggiustare continuamente il tempo di focalizzazione a questi cambiamenti così rapidi. Quando ciò non succede l’occhio e l’orecchio non sono più in sincronia. Non sono più messi assieme il giusto suono con la giusta lettera. Senza suono la lettera resta morta. Il significato della parola non può emergere.  Il dislessico è lì che cerca di indovinare, sperando in um miracolo che gli dia la possibilità di emettere un suono che possa accordarsi alla lettera dell’alfabeto che danza sulla pagina.

Per stimolare il funzionamento vestibolare, viene data della musica filtrata e variata in frequenza sulla gamma bassa dei toni. L’effetto è generalmente molto rapido e molto visibile. Le persone migliorano abbastanza rapidamente la loro postura e la loro motricità. Spesso notano di avere dei miglioramenti nelle attività sportive che praticano e della loro autostima.

Gradualmente, iniziano a leggere con più piacere e, progressivamente, migliorano lo spelling.

 

Orecchio Direttore

 

Con sorpresa di molti, ognuno di noi ha un orecchio dominante. Alcuni hanno l’orecchio destro dominante, altri il sinistro. Il vantaggio dell’avere l’orecchio destro dominante è che l’orecchio destro permette una più veloce elaborazione delle informazioni in entrata rispetto all’orecchio sinistro.

Le persone che hanno una dominanza d’ascolto destra imparano e pensano più velocemente, e hanno un miglior controllo del linguaggio. 

Le persone con orecchio dominante destro fanno meno sforzo, a parità di altre condizioni, a prestare attenzione, perché riescono ad elaborare le informazioni più velocemente. L’orecchio destro ha questo vantaggio perché invia le informazioni direttamente all’emisfero sinistro dove si trova il centro di analisi dei suoni e di elaborazione del linguaggio. Quando la persona è a dominante di ascolto sinistra, l’informazione viene inviata all’emisfero destro. Questa parte del cervello non ha un centro per l’elaborazione del linguaggio e di conseguenza l’informazione deve essere reindirizzata all’emisfero sinistro attraverso il Corpo Calloso, una zona del cervello che mette in connessione i due emisferi. A causa di questo percorso più lungo, l’arrivo dell’informazione al cervello viene ritardata. Le persone a dominanza d’ascolto sinistra devono continuamente cercare di afferrare il significato. L’informazione non è soltanto ritardata ma è anche incompleta. Nel trasferimento delle informazioni dall’emisfero destro a quello sinistro, alcune delle frequenze molto alte vengono perse. Come abbiamo visto in precedenza, queste frequenze sono di  importanza chiave per distinguere lettere tra loro quasi simili                   (come la B e la P ad esempio).  Le persone a dominanza d’ascolto sinistra perciò si ritrovano non soltanto a giocare continuamente ad afferrare, ma devono anche giocare con un mazzo di carte incompleto.   

Il Programma d’Ascolto Tomatis aiuta le persone con dislessia a raggiungere una migliore dominanza d’ascolto con l’orecchio destro. Ad un certo punto del programma i suoni vengono gradualmente fatti passare dall’orecchio sinistro a quello destro, per favorire la dominanza di questo. Inoltre, nella fase attiva del programma, dove la persona legge ad alta voce o ripete delle parole e frasi attraverso un microfono collegato con l’Orecchio Elettronico e ascoltate in tempo reale attraverso la cuffia, è l’orecchio destro che viene abituato ad essere dominante. In questo modo la qualità e la sicurezza della voce vengono meglio controllate oltre a ciò che viene letto o detto. Questo è molto importante, in quanto nelle persone dislessiche le abilità di autoascolto sono spesso insufficienti per un controllo ottimale del linguaggio. Divenendo a dominanza d’ascolto destra, diventa più facile leggere, imparare e parlare.

 

 

La nostra esperienza clinica ha messo in evidenza che molte persone dislessiche riescono a migliorare la lettura, la scrittura e l’apprendimento attraverso il miglioramento della loro capacità d’ascolto. Molte di esse, inoltre, migliorano le loro capacità verbali e guadagnano in autostima.

 

 

Per saperne di più sull’argomento si consiglia di leggere il libro di Alfred Tomatis “EDUCAZIONE E DISLESSIA” edito da Edizioni Omega, Torino.

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