Lingue Straniere
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Lingue

Come il Metodo Tomatis accelera
L’APPRENDIMENTO DELLE LINGUE STRANIERE

Il 25 marzo 1957, l’Accademia Francese delle Scienze ascoltò una relazione molto particolare. Gli accademici sentirono parlare delle scoperte di un giovane specialista otorino di nome Alfred Tomatis. Egli aveva scoperto delle leggi che correlavano l’udire e il parlare. Le sue scoperte avrebbero avuto un grande impatto in molte aree, tra queste l’apprendimento delle lingue straniere. Egli aveva scoperto perché per alcune persone è così difficile imparare a parlare una lingua straniera. E ancora più importante, aveva messo a punto un metodo ed un’apparecchiatura per oltrepassare questa difficoltà.

Il professor Tomatis è stato ripetutamente premiato per le sue ricerche. Tra le varie distinzioni ricevute, la Medaglia d’Oro per la Ricerca Scientifica (Bruxelles, 1958) e la nomina a Cavaliere della Salute Pubblica di Francia (1951).

Attualmente nel mondo esistono molti Centri fondati dallo stesso professor Tomatis, così che un numero sempre crescente di persone può beneficiare delle sue scoperte.

La funzione del metodo Tomatis è di allenare l’orecchio dello studente prima di iniziare a imparare una lingua. Come risultato, egli sarà capace ad imparare con maggiore facilità e velocità. Oppure, se la persona parla già la lingua, il metodo può migliorargli la pronuncia in maniera molto significativa

Questo articolo vi darà una visione delle teorie su cui si basa il metodo Tomatis e vi mostrerà anche come lavora nella pratica.

LA SCOPERTA DI TOMATIS

L’esperimento originale del Professor Tomatis non aveva nulla a che vedere con l’apprendimento delle lingue. Né si trattava di uno di quei test complicati di cui avete spesso letto. Era in effetti un esperimento per certi versi divertente. Il Professor Tomatis chiese ad un cantante d’opera molto famoso di cantare un’aria. Mentre questo stava cantando, Tomatis posò sulle sue orecchie un casco collegato con una macchina elettronica che permetteva di eliminare alcune frequenze dall’ascolto. Si trattava di un filtro acustico. Improvvisamente la voce del cantante cominciò a deteriorarsi. Successe che la voce iniziò a perdere i suoni che erano stati bloccati dal filtro. Questo esperimento, e molti altri, gettarono le basi della Prima Legge di Tomatis:

 

NON POSSIAMO RIPRODURRE UN SUONO CHE NON UDIAMO 
 

Voi vi potrete chiedere che connessione esiste tra questa legge e l’apprendimento delle lingue straniere. Per capire ciò dovremo per prima cosa esplorare alcune delle differenze fondamentali tra le varie lingue.

IL FASCINO DI UNA LINGUA

Vi siete mai chiesti perché un piano suona diversamente da un violino, anche se state suonando la stessa nota? Avete mai notato che l’italiano parlato da uno straniero non suona spesso come italiano?  In tutte e due i casi, la ragione è la stessa. Daremo prima un’occhiata alla differenza tra piano e violino e dopo ritorneremo alle lingue.

Quando colpiamo il tasto di un pianoforte, generiamo un tono, una frequenza. Allo stesso tempo, comunque, molti altri toni sono generati, chiamati armonici. Gli armonici sono meno intensi del tono di base, così che noi udiamo maggiormente il tono di base. Quando noi suoniamo la stessa nota di base sul violino, si formano degli armonici differenti. Questo spiega perché un violino suona in maniera completamente diversa da un pianoforte.

Una delle ragioni per cui il piano produce armonici diversi da quelli del violino è che le loro casse di risonanza sono molto diverse. Il piano ha una cassa di risonanza larga e pesante, mentre la cassa di risonanza del violino è piccola e leggera.

Tornando alle differenze tra le lingue, come gli strumenti musicali, tutte le lingue usano gli stessi toni di base. Questi vanno dai 125 ai 250 Hz circa. Gli armonici, comunque, differiscono da una lingua all’altra. L’inglese usa molti suoni ad alta frequenza, che vanno dai 2000 ai 12,000 Hertz. Se ascoltiamo attentamente, distinguiamo queste frequenze elevate. Ascoltando tutte le S's (come in SeSSionS) e il suono "TH" (come in THanks). Il francese invece usa raramente questi suoni acuti. La S, per esempio, è raramente pronunciata a fine parola.

Vi chiederete perchè inglese e francese hanno armonici diversi. Qui l’analogia con la cassa di risonanza calza alla perfezione. I toni fondamentali sono generati dalle corde vocali. Questi toni viaggiano attraverso la cavità orale dove si vanno a formare gli armonici. La bocca agisce da cassa di risonanza. In realtà noi abbiamo due casse di risonanza perché la cavità orale è divisa in due parti dalla lingua. Come sappiamo. Noi dobbiamo posizionare la lingua in maniera diversa quando parliamo una lingua straniera.

Così noi usiamo “casse armoniche” diverse quando parliamo lingue straniere, generando così armonici diversi. E’ la posizione della lingua che fa la differenza! Ecco perché chiamiamo la nostra lingua “lingua madre”. Ecco perché diciamo anche che parlare una lingua straniera è un “esercizio di contorsione linguistica”.

Il concetto da dedurre da quanto detto precedentemente è che la maggior parte delle lingue usa set di armonici diversi.

I nostri orecchi, a forza di ascoltare noi stessi e le persone che ci circondano, sono sintonizzati maggiormente sulle frequenze della nostra lingua madre.

Alle frequenze straniere, siamo, in un certo senso, come sordi, a  meno che la nostra lingua madre non sia ad esempio il russo, il polacco o l’olandese. In questi casi succede che, essendo queste, lingue che utilizzano una gamma molto ampia di frequenze acustiche, è facile per gli appartenenti a questi gruppi linguistici percepire con chiarezza e quindi imparare con facilità una lingua straniera a condizione che cada dentro il recinto acustico della loro lingua.

E qui viene la connessione con le scoperte del professore Tomatis: poiché non riusciamo a percepire correttamente le frequenze straniere, non le possiamo pronunciare correttamente. Cosa ancora peggiore, non riusciamo a memorizzarle con facilità. Una situazione quasi senza speranza finché Tomatis non trovò un modo per allenare l’orecchio a percepire con chiarezza tonalità diverse.

Con un orecchio allenato, possiamo ridurre in maniera significativa il tempo richiesto per l’apprendimento di una nuova lingua. Una volta allenato il nostro orecchio, noi riusciremo a percepire correttamente il nuovo idioma. Perciò, saremo anche in grado di memorizzarne velocemente le parole e pronunciarle bene. Nella sezione che segue viene spiegato come si effettua il training dell’ascolto.

 

IL TRAINING ETNOLINGUISTICO IN TEORIA

Un’analogia, ancora una volta, può aiutarci a spiegare come il nostro orecchio viene allenato. Prima di ciò, però, diciamo perché l’orecchio non può percepire con chiarezza certe tonalità. Questo succede perché i due piccolissimi muscoli dell’orecchio medio, il muscolo del martello e il muscolo della staffa, non sono preparati a focalizzarsi su suoni raramente usati nella nostra lingua madre. Essi hanno bisogno di essere esercitati a far ciò. Il Professor Tomatis arrivò a mettere a punto un sistema molto ingegnoso per far fare questo esercizio all’orecchio. Semplificando molto, questo può esser spiegato come segue: facendo seguire all’orecchio la stessa operazione di accomodamento all’ascolto di un madre lingua, si alternano dei suoni in lingua attraverso due canali di amplificazione equalizzati in maniera differente, uno dei due mette l’orecchio a riposo, mentre l’altro stimola l’orecchio sulle frequenze della lingua che si vuole integrare. I muscoli dell’orecchio medio si abituano allora a dare al timpano la tensione più adeguata per focalizzare al meglio le frequenze della nuova lingua.                                                                                                                  

IL TRAINING ETNOLINGUISTICO IN PRATICA

Come funziona il metodo in pratica?  Per prima cosa il consultante Tomatis effettuerà un test d’ascolto, che serve a misurare su quali frequenze il soggetto è più abile a discernere i suoni e su quali frequenze invece è più debole nell’analisi.

Successivamente la persona inizia il training audio vocale Tomatis per la lingua che vuole integrare dal punto di vista della comprensione e della pronuncia.

Generalmente il training consiste in 2 o 3 cicli di sedute di esercizi audiovocali effettuati attraverso un apparecchio chiamato  Orecchio Elettronico a effetto Tomatis.

Il primo ciclo dura 30 ore e si frequenta per 2 ore o 2 ore e mezza al giorno, fino alla conclusione delle 30 ore. In una prima fase del ciclo il soggetto riceve dei brani in lingua attraverso una cuffia speciale collegata all’Orecchio Elettronico. L’Orecchio Elettronico fa sì che le informazioni vengano percepite come se il soggetto avesse lo stesso tipo di accomodamento uditivo di un madre lingua.

 

Ciò comporta due effetti positivi:

 

1 – L’orecchio del soggetto inizia ad abituare la sua muscolatura a sintonizzarsi più rapidamente ai nuovi suoni, con guadagno sul tempo di apprendimento.

 

2 – I suoni arrivano al cervello più nitidi rispetto al solito, in quanto ottimizzati sulle frequenze della nuova lingua a cui il soggetto non è abituato.

Inoltre, l’Orecchio Elettronico è dotato di un sistema che permette di regolare il tempo di passaggio dal canale di amplificazione che mette l’orecchio del soggetto in riposo al canale che lo mette in sintonizzazione con lo spettro di frequenze caratteristiche della lingua che si sta studiando. Ciò permette di allenare l’orecchio a reagire con un determinato tempo (tempo di latenza), che può essere regolato, nel caso di integrazione di una lingua straniera, sul tempo di latenza medio di quella determinata lingua. Questo tempo di percezione Tomatis ha scoperto influenzare il tempo di emissione sillabica. Da ciò il motivo per cui certe lingue sono pronunciate più velocemente di altre. Per esempio un italiano che deve pronunciare la parola francese “literature” deve non soltanto riprodurne la sonorità ma anche la rapidità, che è diversa da quella italiana. La corrispondente parola inglese, che si scrive allo stesso modo, sappiamo bene che viene quasi esplosa dall’apparato fonatorio di un parlante britannico, riducendo la pronuncia a pochi suoni rispetto per esempio al francese.

 

L’italiano, il francese, l’inglese e così come tutte le altre lingue, si contraddistinguono, quindi, a livello fisico-acustico, per l’utilizzo di bande frequenziali differenti (bande passanti) e per un tempo di emissione sillabica particolare che è in stretta relazione con il tempo di latenza medio di quel determinato gruppo linguistico.

Dopo la fase passiva del training, inizia la fase attiva dove l’allievo è invitato a ripetere parola e frasi emesse da un magnetofono. La voce dell’allievo ritorna al suo orecchio attraverso la cuffia collegata con l’Orecchio Elettronico trasformata sulle frequenze che caratterizzano la lingua e restituita con il tempo di latenza tipico della stessa. Gli effetti sulla pronuncia si notano quasi all’istante. Dopo un certo numero di sedute, il soggetto è allenato a livello neuro muscolare a percepire e a pronunciare in maniera migliorata. Ad un certo punto vengono introdotti esercizi di lettura in lingua.

 

Dopo il primo ciclo di 30 ore si lascia passare un periodo di tempo di alcune settimane (circa 6) che serve a consolidare il nuovo “software” linguistico e si prosegue con il secondo ciclo che è più breve (20 ore) dove si allena l’orecchio con esercizi sia passivi ma soprattutto attivi, ad affinare  e consolidare ulteriormente la percezione fine e la pronuncia della lingua. Se necessario si effettua un terzo ciclo di 20 ore per spingere ulteriormente la capacità di ascolto fine e di pronuncia della lingua o per esercitare l’ascolto su sonorità della lingua particolarmente ostiche per l’allievo.             

IL PARTO LINGUISTICO

Esistono probabilmente più lingue che parole isolate, diceva Tomatis scherzando. E’ per questo che abbiamo bisogno di imparare anche in che ordine mettere le parole dentro le frasi, su quali parole porre l’enfasi, con che ritmo parlare, etc. Questa è chiamata la struttura del linguaggio. Tomatis ha sviluppato dentro il suo metodo un modo per imparare più facilmente la struttura del linguaggio.

Alcune righe sopra abbiamo parlato di “lingua madre”, dando importanza alla parola “lingua”. Adesso diamo invece attenzione alla parola “madre”.

Si sa da molto tempo ormai che la struttura profonda della nostra lingua madre si è engrammata in noi durante la nostra crescita nel grembo materno. Durante gli ultimi cinque mesi di gravidanza, noi eravamo capaci di udire la voce di nostra madre. La sua voce però ci risuonava in maniera diversa dalla sua vera voce. Essa doveva passare attraverso il liquido amniotico che circonda il feto e che ha riempito l’orecchio medio. Ciò ha funzionato come un filtro acustico e ha lasciato passare solo le frequenze molto elevate, quelle sopra i 6000-8000 Hertz. E’ stata l’esposizione alla voce di nostra madre filtrata in questa maniera a dare al nostro cervello la struttura profonda della nostra “lingua madre”

 

Allo stesso modo, con il metodo Tomatis, questo processo viene simulato. Durante la fase passiva infatti, viene ascoltato un testo registrato in lingua madre che viene progressivamente filtrato fino a 8000 Hertz. Questo permette una migliore integrazione degli armonici elevati della lingua e dei suoi ritmi fondamentali. Ad un certo punto si iniziano ad aggiungere progressivamente le frequenze che erano state tolte, portando l’ascolto su tutte le frequenze della nuova lingua, così come era successo dopo la nascita che il nostro orecchio si era dovuto adattare dalla sonorità data da un ambiente liquido  alla nuova sonorità data dall’ambiente acustico aereo. Questo viene chiamato con un termine tecnico “parto sonoro linguistico” .

 Una volta nati nella nuova lingua iniziamo a parlare, quindi si inizia con il metodo Tomatis a ripetere parole e frasi attraverso l’Orecchio Elettronico e si impara a controllare pronuncia ed intonazione.

L’ORECCHIO CHE DIRIGE

Pochi sanno  che come abbiamo  una mano o un occhio dominante, abbiamo anche un orecchio dominante.

Alcune persone ascoltano maggiormente con l’orecchio destro, mentre altre ascoltano di più con l’orecchio sinistro. Il Professor Tomatis scoprì che è più vantaggioso ascoltare maggiormente con l’orecchio destro, soprattutto quando si vuole imparare una nuova lingua. Ciò perché l’orecchio destro è collegato più direttamente con l’emisfero sinistro del cervello, dove si trova il centro che controlla le abilità linguistiche. Se si ascolta di più con l’orecchio sinistro, l’informazione è inviata al cervello destro e deve essere reindirizzata all’emisfero sinistro per essere elaborata. Questo prende tempo. Non solo, attraverso questo cammino più tortuoso, i suoni rischiano di perdere parte degli armonici elevati. Diciamo che è più vantaggioso in genere essere destri di orecchio.

Durante il training con l’Orecchio Elettronico è possibile allenare l’orecchio destro a divenire dominante e questo andrà a facilitare ulteriormente l’integrazione linguistica.

LE PROVE SPERIMENTALI

Lo studio di Coomen

Nel 1976, l’efficacia del metodo Tomatis venne testa in una scuola della città di Coomen, in Belgio. Una classe di 30 studenti di una scuola superiore venne divisa in due gruppi ben bilanciati per le loro abilità di ascolto, determinate dal test d’ascolto.

Nessuno di questi studenti, di madrelingua francese, aveva in precedenza studiato la lingua inglese. Il primo gruppo seguì i corsi tradizionali di inglese, così come previsti dal programma scolastico. Il secondo gruppo seguì il training Tomatis per tre mesi, seguito da sei mesi di lezioni scolastiche regolari. Alla fine dell’anno scolastico , tutti gli studenti vennero testati da un esaminatore indipendente per la comprensione e la pronuncia. Il gruppo Tomatis superò di gran lunga il gruppo di controllo. Dopo le vacanze estive i due gruppi vennero testati nuovamente e la differenza divenne più pronunciata.

Il gruppo Tomatis mantenne ciò che aveva imparato, mentre il gruppo di controllo aveva dimenticato buona parte di ciò che aveva appreso.

Il risultato di questo test provò per le istituzioni scolastiche la validità del metodo. Da allora molti studenti e professionisti nel mondo hanno beneficiato del metodo Tomatis per l’apprendimento delle lingue.

Molti professionisti del mondo dello spettacolo italiano e internazionale utilizzano il metodo non solo per affinare le loro performance verbali e canore, ma anche per imparare in tempi più brevi l’uso di una lingua straniera, sormontando quello che spesso è il maggiore ostacolo per i madre lingua italiani e cioè le difficoltà di pronuncia e di comprensione.  

Training linguistico all’interno di un grosso gruppo industriale

Dal 1989, Eurocopter, una delle più importanti società costruttrici di elicotteri nel mondo, usa il metodo Tomatis per facilitare ai suoi dipendenti l’apprendimento della lingua inglese. La natura internazionale della sua attività richiede che i suoi dipendenti siano inviati all’estero e che parlino fluentemente la lingua della loro controparte.

Parlare la lingua del partner in affari facilita la comunicazione, ma crea anche contatti che possono portare a futuri contratti. Eurocopter ha dedicato un budget molto significativo per educare il suo personale. Tra il 1989 e il 1995, 580 dipendenti hanno seguito il Training Linguistico Tomatis e i loro progressi sono stati monitorati.

Mentre l’European Council stima che sono necessarie almeno 700 ore per divenire fluenti in una lingua straniera, Eurocopter si era posta l’obiettivo di ottenere la fluidità in 620 ore. I dipendenti di Eurocopter che seguirono il Training Tomatis, seguito poi da regolari lezioni di lingua inglese, raggiunsero questo obiettivo in sole 520 ore. Un risparmio sostanziale di 180 ore.        

 

Dopo aver completato il training con il metodo Tomatis 

 

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92% di essi notò una migliorata percezione della lingua

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88% di essi ottenne una migliore comprensione della lingua

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85% di essi un’intonazione più espressiva

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86% di essi iniziò a percepire i suoni della lingua in maniera più nitida

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77% di essi ottenne un migliorato senso del ritmo e della lingua

Un beneficio inatteso fu che l’ 83% delle persone notò di comunicare meglio con gli altri e di essere più motivate a prendersi delle responsabilità.

La ricerca interuniversitaria europea Audio-Lingua

La ricerca è stata condotta durante 3 anni dal 1993 al 1996 su: "l'accelerazione e l'approfondimento della comprensione uditiva e dell'espressione orale di una lingua straniera attraverso il supporto di uno strumento elettronico” e denominata “Progetto Audio – Lingua”. Il supporto utilizzato è stato il “Sistema Tomatis di Allenamento alla Percezione Sonora” denominato qui STAPS, il cui strumento principale è l’Orecchio Elettronico a Effetto Tomatis

Questa ricerca è stata iniziata dall'Università di Bologna e ad essa hanno partecipato le seguenti università ed istituti di alta formazione:

*Bureau Lingua (denominato a partire dal 1996: Bureau d'assistance technique Socrates), Bruxelles - Belgio

*Università di Bologna - Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, (SSLIMT) - Italia;

*Katholieke Vlaamse Hogeschool, Antwerpen - Belgio;

*Gerhard Mercator Universität, Duisburg - Germania;

*Università La Sapienza, Roma - Italia;

*Università Cattolica Del Sacro Cuore, Milano - Italia;

*Universidad de Zaragoza, Zaragoza - Spagna;

*CITO (National Institute for Educational Measurement), Arnhem - Olanda;

Ogni università ha costituito 3 gruppi:

1- Gruppo “STAPS": questo gruppo lavora con 1'Orecchio Elettronico su un corpus che permette di allenarsi alla pronuncia, ma senza alcuna assistenza di insegnanti.

2- Gruppo Controllo: questo gruppo lavora in laboratorio di lingua tradizionale su un corpus che permette di allenarsi alla pronuncia con 1'assistenza permanente di un insegnante.

3- Gruppo O: questo gruppo lavora senza alcun esercizio specifico sulla pronuncia; segue i corsi corsi di lingua secondo la prassi normale in vigore nella sua università.

Ciascuno dei gruppi seguiva i corsi di lingua in vigore nella sua università.

I risultati di questa ricerca convalidano il “Sistema Tomatis di allenamento alla percezione Sonora" come strumento affidabile e complementare dei sistemi d'insegnamento utilizzati nelle università che hanno partecipato all'esperienza AUDIOLINGUA

Da questi risultati si evince che:

Il metodo S.T.A.P.S. permette di ridurre in maniera molto significativa il tempo di apprendimento e di conseguenza lo sforzo di concentrazione e la fatica dello studente; ciò risulta dall'attivazione di una più grande capacità di analisi e di differenziazione dei suoni.

La sua azione sugli aspetti percettivi dell'apprendimento (capacità di comprensione ed espressione orale) permette un guadagno del 50% sul tempo di integrazione.

Questo training si può integrare, con lo stesso successo, ad altri metodi pedagogici. In questo modo può far parte del programma pedagogico di qualsiasi struttura formativa e può essere utilizzato sia individualmente che collettivamente. 

L'utilizzazione dello STAPS è vivamente raccomandata per l'insegnamento delle lingue, in particolare in assenza di insegnante di lingua materna

Le facoltà percettive individuate e poi riattivate dall'utilizzazione dello S.T.A.P.S. continuano ad evolvere dopo il periodo di training. 

 

Il Prof. Tomatis ha osservato che ogni lingua utilizza in maniera preferenziale alcune zone di frequenze sonore, chiamate bande passanti.

In basso la tabella delle bande passanti di alcune lingue di uso corrente :

Hz

125

250

500

1000

1500

2000

3000

4000

12000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tedesco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inglese (GB)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spagnolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Italiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inglese (USA)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Russo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ueste differenze son Queste differenze sono legate alle differenze dell’impedenza dell’aria secondo i luoghi. In effetti, in funzione dell’altitudine, della vegetazione, dell’umidità et di altre caratteristiche geografiche e climatiche, l’aria tenderà a propagare meglio certe frequenze e ad attenuarne altre.

Per maggiori informazioni su come il metodo Tomatis riesce ad aiutare l’integrazione di una lingua leggere il volume di Alfred Tomatis “SIAMO TUTTI NATI POLIGLOTTI” edito da Ibis Edizioni,  o chiedere informazioni ai
centri che applicano il metodo. E’ possibile richiedere delle applicazioni strutturate per situazioni specifiche
come preparazione di copioni cinematografici e teatrali, canto in un lingua straniera e altro.

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